Tita Copetti: quarant’anni in una sera

Domenica 29 ottobre 2023: una data che rimarrà impressa nella memoria di quanti – e pochi non sono – hanno voluto bene e continuano a volerne al nostro coro.

Dalla sua fondazione – dal momento in cui i primi appassionati, all’epoca tutti facenti parte dell’Associazione Nazionale Alpini, si riunirono decidendo di creare in seno alla sezione carnica il primo nucleo del coro – sono trascorsi quarant’anni.

Con il tempo il coro si è modificato nella sua formazione, anche in seguito alla fine della leva obbligatoria, rimanendo tuttavia un coro di sole voci maschili, fedele in questo alla sua composizione iniziale.

La formazione si è ringiovanita, il repertorio si è di molto ampliato, approdando ben oltre gli iniziali canti tipici di un coro alpino e spaziando tra brani sacri, canti popolari provenienti dalle diverse tradizioni regionali italiane, nonché numerosi brani in lingua straniera frutto dei vari contatti che il Coro Tita Copetti ha potuto sperimentare e far fruttare negli anni.

In quarant’anni, il Tita Copetti è stato una seconda famiglia per più di cento coristi, alla cui guida si sono succeduti tre diversi Maestri: Iolindo Scarsini (padre dell’attuale Presidente del Consiglio Direttivo), Mauro Vidoni (presente in sala anche domenica – e non solo tra il pubblico – come dimostrano le foto a corredo di questo articolo) e Daniele Cuder, che ancor oggi ci guida.

Lungo questo percorso, tanti sono stati i viaggi, in Italia e all’estero. Tante le avventure, tanti i ricordi riaffiorati domenica sera.

Dell’attuale formazione, molti non erano nemmeno nati nel 1983, al momento in cui il Coro veniva istituito, mentre tra noi contiamo ancora alcuni fra i fondatori.

Ed è proprio questo uno degli aspetti più belli del coro Tita Copetti (come in verità di tante realtà corali simili alla nostra): la commistione di persone di ogni età, la cui unica differenza si scopre leggendo i dati anagrafici sui documenti d’identità.

Tra tutti i momenti di emozione provati durante la serata, l’apice spetta al “Signore delle cime” conclusivo, diretto proprio da Mauro Vidoni e con tutti i coristi passati e presenti riuniti sul palco a cantare, brano capace di commuovere i coristi di tutte le età.

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